Art.3: la “razza” nella Costituzione

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Il Fascismo e l’uso della parola “razza”

L’ingresso del termine “razza” nel linguaggio politico viene introdotto per la prima volta in Italia dal regime fascista.

La parola “razza”, infatti, non compariva nello Statuto albertino (la costituzione del Regno d’Italia), che all’art. 24, il cui ruolo è formalmente analogo a quello dell’art. 3 della Costituzione, recita:

“Tutti i regnicoli, qualunque sia il loro titolo o grado, sono eguali dinanzi alla legge. Tutti godono egualmente i diritti civili e politici, e sono ammissibili alle cariche civili, e militari, salve le eccezioni determinate dalle Leggi”.

La Costituente e la parola “razza”

L’art. 3 è molto dettagliato nell’elencare le diversità fra i cittadini: sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali.

Possiamo dunque chiedrci per quale motivol’art. 3 della Costituzione non si limiti semplicemenete  a recepire l’art. 24 dello Statuto albertino?


La ragione è che lo Statuto si limitava ad affermare un’uguaglianza solo formale, salvo limitarla con le leggi ordinarie.

La Costituzione voleva invece esprime «la tendenza della nuova costituzione ad incanalare lo sviluppo della nostra società verso una maggiore eguaglianza».

 Le possibili eccezioni vengono elencate proprio per chiarire che non possono valere per creare disuguaglianze fra i cittadini.

Perché la parola “razza”

Contro il termine “razza”, nella seduta del 24 marzo 1947, il deputato Cingolani presentò l’emendamento: «al primo comma, sostituire alla parola: razza, la parola: stirpe», motivandolo «per un atto di doverosa cortesia verso le comunità israelitiche italiane». In questo modo, il dibattito si allargava fino a comprendere la tragedia della deportazione degli ebrei e del loro sterminio.

A Cingolani rispose il costituente Laconi: “ Noi non possiamo accettare questa proposta (…) perché in questa parte dell’articolo vi è un preciso riferimento a qualche cosa che è realmente accaduto in Italia, al fatto cioè che determinati principi razziali sono stati impiegati come strumento di politica ed hanno fornito un criterio di discriminazione degli italiani (…) Per questa ragione, e cioè per il fatto che questo richiamo alla razza costituisce un richiamo ad un fatto storico realmente avvenuto e che noi vogliamo condannare, oggi in Italia, riteniamo che la parola “razza” debba essere mantenuta”.

Al termine degli interventi, prese la parola il Presidente della Commisione per la Costituzione Meuccio Ruini, che così si rivolse al costituente Cingolani:

“Comprendo che vi sia chi desideri liberarsi da questa parola maledetta, da questo razzismo (…) ma è proprio per reagire a quanto è avvenuto nei regimi nazifascisti, per negare nettamente ogni diseguaglianza che si leghi in qualche modo alla razza (…) vogliamo affermare la parità umana e civile delle razze”.

Davanti a questo argomento, Cingolani ritirò l’emendamento, e la parola rimase.

La Costituzione italiana non riconosce discriminazioni fra cittadini, né limitazioni di diritti fra italiani e stranieri presenti sul territorio della Repubblica. Ma ci ricorda che c’è stato un tempo in cui gli esseri umani erano discriminati: per razza, sesso, convinzione religiosa, opinione politica, condizione sociale, orientamento sessuale.

I nostri costituenti hanno voluto che questo non venisse dimenticato, e quindi hanno voluto lasciare una parola che ha avuto un inequivoco valore politico fascista, affinché, con le parole di Primo Levi – ci si ricordasse che questo è stato.

Fonte: lacostituzione.info

2 Risposte a “Art.3: la “razza” nella Costituzione”

  1. Questo è uno degli articoli migliori, davvero interessante e genera interesse verso un documento così importante come la Costituzione.

    1. Si, è un testo fondamentale che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita.

I commenti sono chiusi.