Grazie alla tecnologia siamo sempre “tutti connessi”, “tutti online”.
La digitalizzazione e l’uso di strumenti digitali ha influenzato anche il lavoro apportando benefici quali una maggiore flessibilità e autonomia nell’organizzazione dell’attività lavorativa.
C’è però un rovescio della medaglia, lo svolgimento della prestazione lavorativa “da casa” comporta inevitabilmente che siano meno netti i confini tra attività lavorativa e vita privata con conseguente intensificazione dell’orario di lavoro.
L’essere perennemente connessi ingenera nel datore di lavoro l’aspettativa che i lavoratori siano raggiungibili in qualsiasi momento e ovunque, anche durante gli orari non lavorativi.
Diritto alla disconnessione: cos’è?
Il diritto alla disconnessione si sostanzia nel diritto di non essere costantemente reperibile, ovvero nella libertà di non rispondere alle comunicazioni di lavoro (come telefonate, email, messaggi) durante il periodo di riposo, senza che questo possa compromettere la situazione lavorativa del dipendente.
UE e diritto alla disconnessione
La Risoluzione del Parlamento europeo del 21 gennaio 2021, recante raccomandazioni alla Commissione UE sulla proposta di Direttiva sul diritto alla disconnessione, preso atto che attualmente manca una normativa europea specifica sul diritto dei lavoratori alla disconnessione dagli strumenti digitali a scopi lavorativi, si sottolinea l’importanza di colmare tale lacuna.
Effetti negativi
L’essere sempre connessi e reperibili può influire negativamente sui diritti fondamentali dei lavoratori, sull’equilibrio tra la loro vita professionale e quella privata, nonché sulla loro salute fisica e mentale e sul loro benessere.
Se da un lato, il diritto alla disconnessione comporta la possibilità del lavoratore di non rispondere alle richieste del datore di lavoro al di fuori dell’orario di lavoro, senza essere per questo penalizzato; dall’altro lato, i datori di lavoro non dovrebbero incentivare la cultura del sempre connessi, ad esempio con favoritismi nei confronti dei lavoratori che rinunciano a tale diritto.
Italia: la legge 81/2017
Si è pronunciato in merito anche il legislatore italiano con una normativa limitata al solo lavoro agile.
Il riferimento è alla legge 81/2017 la quale però non ha apprestato un’adeguata tutela. Innanzitutto, non ha riconosciuto la disconnessione come un diritto. Inoltre, l’articolo 19 dispone che l’accordo relativo alla modalità di lavoro agile individua i tempi di riposo del lavoratore nonché “le misure tecniche e organizzative necessarie per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche di lavoro”. La disconnessione è rimessa, dunque, alla negoziazione delle parti.