
Gli USA accusano la Cina “Hanno insabbiato i fatti per interesse economico”, l’India “Gravi crimini contro l’umanità”, l’Australia chiede un’indagine “Cina poco trasparente”. Le autorità cinesi negano ogni responsabilità.
I rapporti tra USA e Cina, mai caratterizzati da particolare armonia, trovano nell’emergenza sanitaria mondiale un nuovo fertile terreno di scontro.
Trump cavalca l’onda emotiva degli americani per fomentare dubbi, timori e lanciarsi in accuse complottiste contro Pechino.
Gli USA hanno annunciato l’avvio di un’indagine volta ad accertare una possibile responsabilità della Cina nella volontaria diffusione pandemica del virus, sulle parole di un Trump che accusa le autorità cinesi di aver alterato i reali dati relativi al contagio.
Quello stesso presidente che da un lato punta il dito verso l’estero e dall’altro, nonostante i 40.000 decessi registrati negli USA, è pronto a far ripartire il paese in piena pandemia e ad acconsentire alla riapertura delle spiagge in Florida, prese d’assalto.
Sulla scia delle accuse lanciate da Trump, sono già quattro le class action avviate negli Stati Uniti a titolo di risarcimento danni per le perdite causate dal presunto occultamento della verità da parte del regime cinese.
La battaglia contro la Cina trova il sostegno già di diversi esponenti repubblicani come i senatore della Florida Marco Rubio, e dell’Arkansas Tom Cotton, consenso che si sta facendo strada anche tra le file dei democratici.
Potremmo dedurre che questa rinnovata posizione contro la Cina possa diventare il cavallo vincente per un secondo mandato di Trump , sempre pronto a cavalcare e fomentare il patriottismo dei suoi cittadini contro i nemici dell’America.
Questo senza dimenticare, per onestà di cronaca, che la Cina vive in un regime totalitario e non è possibile dimenticare la mancata condivisione con il mondo della diffusione del Covid – 19 sul proprio territorio, nè gli atti di censura operati a carico di ricercatori e medici allarmati dalla diffusione del contagio.
Il regime di Pechino ha annunciato la scoperta di nuovi dati relativi ai deceduti per Covid a Wuhan: 1.290 in più. Le autorità spiegano di aver ricavato i nuovi dati da un controllo incrociato tra gli elenchi dei ricoveri negli ospedali, informazioni fornite dalla polizia, registri di agenzie funebri e di crematori. Il totale dei decessi, dunque, ricondotti al coronavirus a Wuhan è stato innalzato da 2.579 a 3.869: il 50% in più.
Restano molti i dubbi circa la reale portata di questo contagio, così come le conseguenze che si lascerà alle spalle. Dubbi, incertezze, ansie che possono incidere fortemente sul futuro scenario politico.