CORONAVIRUS E CONCORSI PUBBLICI: gli effetti sulle procedure concorsuali

La diffusione del Covid – 19 ha avuto tra i suoi effetti la sospensione dei concorsi pubblici. Con l’inizio della Fase 2 e l’allentamento delle misure restrittive buona parte della popolazione, coinvolta nelle procedure concorsuali, si chiede quando riprenderanno i concorsi e soprattutto quali saranno le modalità previste per svolgere le prove in sicurezza.

L’emergenza sanitaria ha messo in pausa i concorsi per l’accesso al pubblico impiego e con essi le speranze di una numerosa platea, composta perlopiù da giovani laureati ma che vede un numero crescente di partecipanti anche tra i professionisti.

FASE 1 E SOSPENSIONE DEI CONCORSI

La prima fase è stata quella caratterizzata dal c.d. “lockdown”, che è stato ovviamente esteso anche alle procedure concorsuali, occasioni perfette per il diffondersi del virus dato l’assembramento di migliaia di persone coinvolte in ogni concorso. Il Decreto-Legge 17 marzo 2020, n. 18 c.d. Decreto Cura Italia in merito ha disposto all’art. 87 co. 5 “Lo svolgimento delle procedure concorsuali per l’accesso al pubblico impiego, ad esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica, sono sospese per sessanta giorni a decorrere dall’entrata in vigore del presente decreto”. Ma oltre alle prove concorsuali sono state sospese anche le correzioni delle prove già espletate prima del lockdown. L’efficacia della sospensione dovrebbe perdurare fino al 15 Maggio. In ogni caso, non è stata interrotta la pubblicazione di nuovi bandi in Gazzetta Ufficiale.

FASE DUE: NOVITA’

Come riprendere in sicurezza i concorsi? Il ministro della pubblica amministrazione Fabiana Dadone ha fornito alcune delucidazioni in merito. Sicuramente si avverte la necessità di concorsi più snelli. “Velocizzare le procedure però senza perderne in qualità”, in sostanza verrà abolito il cartaceo, le prove si svolgeranno su supporti informatici.  L‘informatizzazione dei concorsi presente, comunque, dei risolti pratici positivi come la possibilità per il candidato, alla fine dell’espletamento della prova del concorso, di conoscere immediatamente il punteggio ottenuto, al contrario di quanto accade invece con le procedure ordinarie dove la correzione di prove scritte spesso richiede mesi e mesi di tempo.

STOP ALLE MAXI PRESELETTIVE

Il ministro Dadone per dare una risposta a questo spinoso problema ha proposito una delocalizzazione delle procedure, da attuare grazie alle strutture pubbliche a disposizione (scuole, università etc) e legate alla residenza dei candidati, che dovranno recarsi nella sede più vicina, limitando sensibilmente gli spostamenti di grandi gruppi di persone. Tuttavia, per maggiore chiarezza bisognerà ulteriormente attendere. 

La delocalizzazione delle prove dei concorsi pubblici non comporterà un rischio maggiore per la trasparenza?

No, come dichiarato dal Ministro Fabiana Dadone, la soluzione finale lascerà intatta anche la qualità della prova e del concorso stesso: “Ovviamente non ci si deve dimenticare della qualità della selezione, cioè velocizzare non significa perdere in qualità”.

NUOVI REQUISITI E COMPETENZE

Il ministro Dadone ha accennato a procedure concorsuali in grado di valutare le c.d. competenze trasversali, che consentano una ulteriore scrematura dei candidati, tra queste cita testualmente la capacità di lavorare in gruppo, la team leadership, la capacità di gestione dello stress, il problem solving. Sorge, tuttavia, un dubbio ossia la possibilità che venga ad aggiungersi un elemento “soggettivo” a concorsi che, fino ad oggi, si sono svolti secondo criteri presumibilmente “oggettivi”. Infine, per ridurre ulteriormente il numero di partecipanti si pensa all’introduzione anche di requisiti più specifici tra i quali la soglia minima del voto di diploma/laurea.