IL CASO
Nel luglio del 2011 un automobilista durante un controllo stradale viene sorpreso in stato d’ebbrezza al volante.
In prima battuta minaccia i poliziotti ricorrendo ai nomi di amici “influenti” dopodichè, nel tentativo di sottrarsi al controllo dell’alcool – test, invita gli agenti a “lasciarlo andare” offrendogli delle uova pasquali.
A seguito della denucia degli agenti, l’uomo viene condannato in primo grado nel 2013 dal Tribunale di Asti per il delitto di cui all’art. 336 c.p., sentenza confermata anche in appello.
CORTE DI CASSAZIONE
L’imputato formula una serie di doglianze, denunciando violazione di legge e manifesta illogicità della sentenza di condanna.
Tuttavia, la Suprema Corte non rinvene alcun vizio di manifesta illogicità, essendosi basata la condanna sulle dichiarazione degli agenti di polizia che, dopo aver fermato l’uomo in evidente stato d’ebbrezza alla guida della sua vettura, erano stati destinatari di minacce proferite dall’imputato che, facendo riferimento ad amicizie influenti, aveva cercato in vario modo di soittrarsi al controllo, finendo per invitare i poliziotti a “lasciar perdere” in cambio di alcune uova di Pasqua.
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile, corredato dal pagamento delle spese processuali e della somma di euro 3000 da versare alla cassa delle ammende.